Venerdì 22 alle due e mezza circa del pomeriggio la terra ha tremato… ed io per la prima volta nella vita l’ho sentita.
Mi trovavo in un ristorante nel pieno centro della città; la mia zuppa di sesamo era già nel piatto, avevo i cucchiaio pulito nella mano, quando una signora seduta al tavolo a fianco ha detto di aver sentito una scossa. Subito gli occhi sono andati al lampadario: era quasi immobile… appena si poteva percepire la sua lieve oscillazione. Improvvisamente i piedi sono stati sollevati dalla terra; prima il destro e poi il sinistro. Lo stomaco è arrivato al cuore e ho gridato per la forte sensazione. Quando la terra trema tutto si ferma. Le persone guardano fisso in un punto senza pensare a nulla che non sia ciò che stanno sentendo; passa un po’ prima di realizzare che ciò che devi fare è alzarti e metterti al riparo o uscire all’aperto. È un attimo eterno. Ciò che si prova è terrore. Il pavimento è una gelatina…il cemento è un onda. Si sente come sull’aereo quando si incontra un vuoto d’aria…però senza aereo! La scossa è passata ed il lampadario ora sì, oscillava davvero. E allora…sotto all’architrave della porta d’ingresso, con le gambe di pastafrolla! Ma tutto ormai era già passato: sul marciapiede tante persone e nessun cinguettio.
Nessun assestamento. Torno alla mia zuppa. Mi trema un po’ la mano quando riprendo il cucchiaio…e penso: è stata la cosa più terrorizzante che abbia mai provato.
Ho saputo dopo che la scossa, stranamente, non ha avuto l’epicentro a Città del Messico, tristemente nota per i frequenti sismi, ma a Tehuacan, nello stato di Puebla, la città che dista circa 40 km da Tlaxcala, dove vivo. È stata una scossa di grado 5,9 della scala Richter (non mi ricordo se si scriva così) con ipocentro a 45 km dalla superficie e che si è sentito in un raggio di circa 90 km.
Ho saputo poi che la notte seguente, verso le tre, la terra ha tremato di nuovo.
Mi trovavo in un ristorante nel pieno centro della città; la mia zuppa di sesamo era già nel piatto, avevo i cucchiaio pulito nella mano, quando una signora seduta al tavolo a fianco ha detto di aver sentito una scossa. Subito gli occhi sono andati al lampadario: era quasi immobile… appena si poteva percepire la sua lieve oscillazione. Improvvisamente i piedi sono stati sollevati dalla terra; prima il destro e poi il sinistro. Lo stomaco è arrivato al cuore e ho gridato per la forte sensazione. Quando la terra trema tutto si ferma. Le persone guardano fisso in un punto senza pensare a nulla che non sia ciò che stanno sentendo; passa un po’ prima di realizzare che ciò che devi fare è alzarti e metterti al riparo o uscire all’aperto. È un attimo eterno. Ciò che si prova è terrore. Il pavimento è una gelatina…il cemento è un onda. Si sente come sull’aereo quando si incontra un vuoto d’aria…però senza aereo! La scossa è passata ed il lampadario ora sì, oscillava davvero. E allora…sotto all’architrave della porta d’ingresso, con le gambe di pastafrolla! Ma tutto ormai era già passato: sul marciapiede tante persone e nessun cinguettio.
Nessun assestamento. Torno alla mia zuppa. Mi trema un po’ la mano quando riprendo il cucchiaio…e penso: è stata la cosa più terrorizzante che abbia mai provato.
Ho saputo dopo che la scossa, stranamente, non ha avuto l’epicentro a Città del Messico, tristemente nota per i frequenti sismi, ma a Tehuacan, nello stato di Puebla, la città che dista circa 40 km da Tlaxcala, dove vivo. È stata una scossa di grado 5,9 della scala Richter (non mi ricordo se si scriva così) con ipocentro a 45 km dalla superficie e che si è sentito in un raggio di circa 90 km.
Ho saputo poi che la notte seguente, verso le tre, la terra ha tremato di nuovo.